Mentre gli ultimi restauri dello scorso decennio hanno riportato alla luce parti di un fregio in cotto di epoca medioevale che lascia intravedere le dimensioni e le peculiarità dell’antica facciata a capanna; questo, insieme a caratteristiche strombature romaniche ritrovate sulla parete esterna del lato meridionale, indicano chiaramente che le dimensioni dell’antico edificio religioso erano corrispondenti a quelle attuali.
All’interno, a tre navate scandite da colonne in arenaria risalenti al Cinquecento, è un trionfo di decorazioni barocche a stucco; recentemente restaurate nella parte absidale, nel transetto e nella navata centrale, si presentano come una leggera trina che si staglia su un fondo blu cobalto, arricchita da statue e angeli. Moltissime sono le tele importanti conservate in questa chiesa, fra cui spiccano “L’annunciazione” di Domenico Fiasella e la “Natività di Maria” del Casoni poste sull’altare della navata destra, dedicato alla Madonna Lagrimosa; sull’altare del transetto a sinistra è collocata un’altra notevole opera, la pala con “San Francesco Saverio predica agli indiani” di Andrea Pozzo.
Ricco anche l’apparato scultoreo, con l’antichissima statua lignea della Madonna Lagrimosa, patrona della città, e il gruppo del Calvario in legno dipinto e foglia oro composto dal Crocefisso, Santa Maria Maddalena, San Giovanni, Nicodemo e Maria di Cleofa, risalente al primo Quattrocento e posto sull’altare maggiore.
Dietro l’altare maggiore, si trova il coro ligneo cinquecentesco.
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